La straordinaria storia del quartiere Tortona Solari, la città industriale del Sud Milano trasformata nel tempo in emblema della città contemporanea, continua lungo i binari di una futura rigenerazione urbana negli scali ferroviari di Porta Genova e San Cristoforo.
La ferrovia Milano-Mortara, che dalla seconda metà dell'Ottocento è stata il principale fattore di urbanesimo, ancora una volta sarà protagonista di una trasformazione di questa parte della città, che si annuncia come uno dei più importanti progetti di ricucitura e valorizzazione del Comune di Milano.
Anche se al momento non sono noti tutti i tempi attuativi, sappiamo che questo progetto di rigenerazione urbana riguarda lo Scalo di Porta Genova – con la sua antica stazione, i magazzini e i binari adiacenti a via Valenza – e coinvolge la vicina area dello Scalo di San Cristoforo ai confini con il Comune di Corsico e il Parco Sud.
L'Accordo di Programma per la «trasformazione urbanistica delle aree ferroviarie già dismesse o in dismissione» – approvato nel giugno 2017 da Comune di Milano, Ferrovie dello Stato e Regione Lombardia – individua queste aree come il fulcro di un ampio intervento che influirà anche sulle parti di città confinanti. Per tutti gli ex scali ferroviari, delimitati nell’Accordo, dopo la loro dismissione è prevista una messa a punto delle idee e degli indirizzi mediante un masterplan che orienterà i passi successivi. Particolare rilievo viene attribuito agli aspetti di rigenerazione ecologica, secondo una visione complessiva della città coordinata sia con il nuovo Piano di Governo del territorio, sia con il programma del trasporto pubblico dell'area metropolitana.
A questo riguardo un intervento di mobilità pubblica che ha un impatto straordinario per la vita degli abitantinei quartieri vicini agli scali di Porta Genova e San Cristoforo è la nuova linea Metropolitana 4. In funzione dal 26 novembre 2022nella tratta Est, da Linate a Piazzale Dateo,M4 sarà finalmente completata alla fine del 2024nella tratta Ovest,dal Parco Solari alla Stazione ferroviaria di San Cristoforo lungo via Foppa e via Lorenteggio. La nuova lineaconsentirà di realizzare al di sopra del “filo Blu” della metropolitana una ricucitura verde, con spazi pedonali e ciclabili che dopo lunghi anni di cantieri restituiranno alla città aree rinnovate e riqualificate.
Un’altra opera realizzata con M4, destinata a introdurre importanti mutamenti, è la passerella ciclopedonale vicino alla stazione ferroviaria e al capolinea M4 di San Cristoforo, che apre un collegamento verso i quartieri ai confini comunali oggi separati dai binari e dal Naviglio Grande: da Piazza Tirana, dal Lorenteggio e dal Giambellino si potranno raggiungere la Barona e i nuovi insediamenti di Ronchetto delle Rane attraverso la passerella sopraelevata sul Naviglio.
Questi progetti nelle aree più periferiche della città a Sud agevoleranno anche l'avvio della rigenerazione urbana nello scalo di Porta Genova. Tra i sette scali ferroviari milanesi Porta Genova è quello più inserito nel cuore della città e rappresenta un unicum urbano, paesaggistico e ambientale, delimitato a est dalla Darsena, dal Naviglio Grande e dal Ticinese e a ovest da via Solari e dalla zona di Via Savona e via Tortona. L'area dello scalo e i binari del treno sono sempre stati una barriera tra il fronte «nobile» del quartiere Ticinese – esito del primo piano regolatore di Milano firmato da Cesare Berruto a fine Ottocento, che disegnava la forma degli isolati attorno alla stazione sull'asse di Via Vigevano fino alla Darsena – e la zona più popolare sull'altro lato della ferrovia, caratterizzata anche dalle numerose fabbriche di via Tortona e via Savona e dal grande isolato industriale dell’Ansaldo: due quartieri separati, comunicanti tra loro solo tramite lo storico ponte di ferro a fianco della stazione di Porta Genova., oggi sostituita poche decine di metri più avanti dalla Passerella Biki.
Nel tempo si creeranno le condizioni per un grande piano di rinnovamento urbano, ma occorre attendere fino a quando sarà possibile convogliare i treni dalla rinnovata stazione di San Cristoforo nella cintura ferroviaria Sud.E al momento non sono ancora ultimati gli adeguamenti tecnologici dei binari, mentre sono di fatto pronte le nuove stazioni, Tibaldi Bocconi, Romolo e Porta Romana.
Solo allora , dismessi lo Scalo e la stazione di Porta Genova,si avvierà la trasformazione urbanistica. La guiderà un futuro masterplan che come principio ha la rigenerazione, economica, sociale e sostenibile di quest’area in sintonia con l’odierna Zona Tortona. Una nuova infrastruttura ecologica e verde, lungo la curva dei binari e di via Valenza, sarà delimitata ai lati da edifici destinati a iniziative culturali e associative: mostre e laboratori, spazi dedicati all’innovazione e a servizi per il lavoro dei giovani, luoghi d'incontro. L'edificio della stazione di Porta Genova verrà conservato per ospitare attività di pubblico interesse aperte ai cittadini.
Infine, eliminati i confini finora segnati dai binari, all’altezza di via Bergognone, strada già riprogettata da Armani con l’inaugurazione del suo museo Silos nel 2015, si potrà immaginare un nuovo ponte ciclopedonale sul Naviglio Grande che dalla Zona Tortona porterà verso il parco Baden Powell, al Ticinese.
Sono quindi tante e importanti le trasformazioni che cambieranno in parte il volto di una zona particolarmente densa di attività e con una composizione sociale molto ricca e diversificata per la coesistenza tra quartieri con una lunga storia, come Porta Genova e il Ticinese, e altri più periferici come l Lorenteggio e il Giambellino. Inoltre la presenza del Naviglio Grande e della Darsena dà a questi luoghi un forte valore identitario e di pregio del paesaggio urbano, aspetti che possono fare da stimolo alla nascita di un nuovo parco con all’interno anche piste ciclabili. Un programma al quale hanno contribuito con le loro idee tanti cittadini, associazioni e comitati di zona allo scopo di collegare in un unico sistema gli scali di Porta Genova e di San Cristoforo. In futuro questa area verde metropolitana arriverà dal centro della città fino al Parco delle Risaie e al Parco Agricolo Sud.
Un primo esempio di questa estesa riconversione ecologica– da Porta Genova a San Cristoforo, lungo le due sponde del Naviglio Grande e nelle aree adiacenti – è il progetto vincitore del master plan per loScalo di San Cristoforo: il Parco Blu.Utilizzando un metodo innovativo di fito-depurazione delle acque di falda che scorrono nei territori agricoli del Sud di Milano, si propone di realizzare una zona umida che si presenterà come una piscina naturale all’interno di un’area ecologica dove praticare sport e attività all’aperto. Inoltre nell'area dello Scalo emerge la «monumentalità sospesa» del terminal ferroviario incompiuto progettato dall’architetto Aldo Rossi per le Ferrovie dello Stato negli anni Ottanta. Questo edificio, oggi abbandonato, è stato ripensato avvolto in un sottile e trasparente rivestimento a configurare una grande stanza all’aperto. Si tratta comunque di una soluzione temporanea, che lascia tempo per individuare una possibile funzione definitiva come, per esempio, una grande serra collegata alle aree già previste a parco.
In attesa della realizzazione di questi impegnativi progetti necessariamente legati a uno scenario di lungo periodo, gli spazi degli scali e delle antiche strutture edilizie, come i magazzini ferroviari della stazione di Porta Genova, sono destinati a varie forme di utilizzo temporaneo: aree verdi, spazi ricreativi, didattici e culturali che restituiranno ai cittadini luoghi finalmente accessibili e vivi. Alcuni esperimenti sono già stati realizzati, dal luglio 2020 fino all’ottobre dello stesso anno. Lo scalo di Porta Genova è tornato a vivere, a cinque anni dall’esperienza del Mercato Metropolitano nato durante l’Expo, con un’area all’aperto accanto alla stazione animata da concerti, incontri, street-food e cinema grazie al progetto temporaneo Ride Milano promosso da un gruppo di giovani imprenditori.
La questione dei possibili utilizzi in attesa dei grandi interventi rimane dunque di grande attualità. Nel tempo sono stati proposti altri progetti, poi finiti in nulla. La vicenda degli usi temporanei rimane infatti difficile, sia per i tempi necessariamente di breve durata di una concessione dell’area a privati, sia per i vincoli derivanti dalle indispensabili bonifiche delle aree degli scali.
L’apertura di alcune «porte» ben configurate nell’attuale muro di protezione della ferrovia potrebbe regalare uno sguardo nuovo su alcuni spazi della città. È quanto è successo con la passerella ciclopedonale intitolata alla stilista milanese Biki, inaugurata nel febbraio del 2017 (su richiesta del Comune di Milano in base agli accordi con le Ferrovie): costruita sopra i binari ferroviari dismessi dal 1930, collega via Ventimiglia con via Tortona a pochi metri di distanza dallo storico ponte di ferro sul fianco destro della stazione di Porta Genova, unico punto di passaggio tra i due quartieri chiuso nel 2017 per un intervento di restauro non più rimandabile. La nuova passerella, che consente di spostarsi rapidamente senza barriere architettoniche, a piedi e in bicicletta, ha mutato in modo apprezzabile la mobilità di chi abita, lavora e visita la zona, creando anche un migliore collegamento con il piazzale di Porta Genova. L’area davanti alla stazione è ora un po’ più verde dopo essere stata riconfigurata e parzialmente pedonalizzata nel 2019 all’interno del progetto Piazze Aperte del Comune. Un primo intervento perché, un giorno, il piazzale di Porta Genova possa essere considerato e vissuto a tutti gli effetti come una piazza.
Un quadro di proporzioni così vaste richiede inevitabilmente lunghi tempi di realizzazione. Anche gli investimenti di carattere strutturale, pubblici e privati, per promuovere un modello d’innovazione basato su una riconversione ecologica e sostenibile sotto il profilo economico sociale necessitano di una forte convinzione da parte delle diverse amministrazioni della città che si succederanno negli anni, in modo da adeguare gli obiettivi qualificanti di questa visione ai nuovi scenari che via via si presenteranno. Non ultimo come ripensare gli spazi pubblici e i servizi di prossimità in una Milano post Covid 19. Senza dimenticare che tutto questo sarà possibile solo con un pieno coinvolgimento e sostegno dei cittadini, nella trasparenza dei progetti e degli impegni del Comune.