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Le Case Operaie del Primo Quartiere Umanitaria



Dal 1904 una concezione di casa popolare rivoluzionaria: alloggi decorosi e sani, moderni per l’epoca. Servizi comuni aperti al quartiere nello spirito di partecipazione e solidarietà



La Società Umanitaria, fondata nel 1893, grazie al lascito di Prospero Moisé Loria, affronta il tema delle case operaie, perché è necessario “impegnarsi a costruire anche alcuni quartieri operai come modelli funzionali, sani e decorosi, e insieme come esempi di promozione sociale e di stimolo alla solidarietà” () e nel 1904 affida all’architetto Giovanni Broglio il progetto del primo quartiere operaio nella zona che ancora si chiamava Porta Macello.

Broglio, con una visione aperta e rivoluzionaria, fa delle case di via Solari un modello apprezzato in ambito internazionale, per il quale la Società Umanitaria nella primavera del 1906 riceverà il diploma d’onore come Istituto per la costruzione degli alloggi popolari, presso l’Esposizione Internazionale del Sempione che festeggia l’apertura del Traforo.

Il cantiere si apre nella primavera del 1905 e già il 29 marzo 1906 le case sono pronte ad accogliere i primi inquilini, sono 240 gli appartamenti per una popolazione di 1000 persone.

Giovanni Broglio sceglie un tipo di edilizia economica all’avanguardia: palazzine di quattro piani collegate fra loro da terrazzini e disposte intorno a grandi cortili, ricchi di verde.

Ogni appartamento è dotato di un proprio ingresso dalla scala interna, e dispone di sistemi di aerazione, servizi igienici interni, impianto di acqua corrente, di gas per la cucina e luce, e un condotto per le immondizie. Rispetto alle realizzazioni dell’epoca, lo standard è decisamente elevato, più vicino ai canoni degli alloggi borghesi che a quelli delle abitazioni popolari del tempo.



Il Quartiere offriva anche servizi agli abitanti e operai delle vicine fabbriche come bagni, docce e lavatoi comuni (in funzione fino agli anni ’60).

Nel centro del cortile un edificio ad uso comune con il salone delle feste: un vasto spazio destinato alle riunioni, alle rappresentazioni teatrali, alla Biblioteca Popolare e all’Università Popolare.

Nel 1908 Maria Montessori inaugura l’asilo materno, la Casa dei Bambini (che funzionerà fino agli anni ’60/’70.

Alla metà degli anni ’70 la Società Umanitaria vuole alienare il proprio patrimonio di case popolari. Dopo anni di degrado e di abbandono del quartiere operaio e una lunga vicenda decisionale, negli anni ’80, il Comune di Milano acquisisce direttamente gli edifici e così è garantita la gestione pubblica, secondo i criteri dell’edilizia comunale. Ma occorreva trovare le risorse finanziarie per risanare e rinnovare le case e adeguare ai tempi gli spazi comuni .

Finalmente, dal 2012 vengono stanziate le risorse finanziarie per intervenire e ristrutturare gli edifici e per adeguarli agli standard funzionali ed energetici. Ad oggi i lavori sono quasi terminati e il Quartiere rivive una storia abitativa e sociale contemporanea, aperta al quartiere negli spazi comuni e nelle corti, utilizzati con una serie di eventi sociali e culturali, con una biblioteca gestita su base volontaria curata all’interno dei locali “ex panetteria” sul fronte strada di via Solari. La nuova “Associazione degli inquilini Solari 40 “, con la sua azione partecipativa e civica, diventa il riferimento sia per la gestione condivisa degli spazi comuni, sia per garantire apertura e socialità a tutti nel quartiere.


Link utile:

www.comitumanitaria.altervista.org



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